Dopo Sumud Flotilla e l' Assemblea ONU, cosa cambierà tra Trump-Israele ed Europa, istituzioni e popoli europei ?
Stanno arrivando nelle prossime settimane due appuntamenti importanti relativi al genocidio del popolo palestinese in corso:
L' avvicinamento alla costa di Gaza delle imbarcazioni della Global Sumud Flotilla, previsto per la prossima settimana, e la relativa reazione dello stato di Israele.
E l' inaugurazione della sessione annuale dell' Assemblea ONU che avrà il suo momento cruciale dal 23 settembre a fine mese, una settimana che vedrà intervenire nell' Assemblea molti leader politici mondiali.
In entrambe le situazioni si verificherà una netta divaricazione tra le posizioni di Israele e Stati Uniti e quelle dell' Europa. Una divaricazione netta anche tra le istituzioni politiche dell' Europa e di Israele-USA perchè i governi di Francia, Gran Bretagna, Belgio, Arabia Saudita, Canada, parleranno dello Stato di Palestina.
Ma lo scontro più duro è previsto tra Israele e una parte dei popoli europei, quella più attiva, un conflitto che avrà come “ casus belli “ la missione umanitaria e nonviolenta della Sumud Flotilla.
Gli atteggiamenti di Trump e Tel Aviv sono già di chiusura totale in entrambe le vicende.
Trump vorrebbe impedire l' entrata negli Stati Uniti dell' Autorità Nazionale Palestinese, una pretesa assurda che dovrebbe essere rifiutata dal resto del mondo, anche eventualmente spostando l' assemblea annuale ONU in un paese diverso dagli Stati Uniti, e c'è chi ha proposto l' India.
Mentre per quanto riguarda la missione delle imbarcazioni della Global Sumud Flotilla, il ministro israeliano ultra ortodosso Ben Givr ha dichiarato che i volontari saranno trattati come terroristi, mentre da parte di attivisti europei è stato minacciato in caso di repressione della missione un blocco totale di alcuni porti insieme ad altre iniziative di boicottaggio attivo.
E' impossibile prevedere cosa succerà,
è possibile invece
seguire attentamente le due vicende in tutti i suoi aspetti ed informare il più possibile le nicchie di opinione pubblica abitualmente non attente alle vicende internazionali.
Tra due settimane capiremo se tutto sarà scivolato via senza lasciare conseguenze, e sarebbe davvero molte triste, o se ci sarà qualche cesura profonda tra il blocco USA-Israele e le istituzioni europee. Vedremo anche se una minoranza di massa dei popoli europei continuerà in una mobilitazione permanente sul genocidio di Gaza pari a quella di queste settimane.
Non ci resta che aspettare e fare il nostro dovere di cittadini attivi e non passivi dinanzi alle cattiverie disumane della storia, che dobbiamo rifiutare e di cui non dobbiamo essere complici.
Marco Palombo
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