Leoncavallo come il manifesto di Ventotene, serve a non parlare di Gaza e dazi


Il 6 settembre è annunciata una manifestazione a Milano per protestare contro lo sfratto eseguito al centro sociale Leoncavallo. In alcuni titoli dei media il corteo veniva descritto come nazionale, perchè la questione Leoncavallo sarebbe appunto di importanza nazionale.

Lo sgombero è avvenuto nei giorni in cui è stato pubblicato l' accordo sui dazi definito tra gli USA e l' Unione Europea, un accordo che colpisce l' economia italiana e che è nei suoi dettagli forse peggiore di quanto alcuni settori economici italiani si aspettavano.

Intanto il 27 agosto inizia la Mostra del Cinema di Venezia e il 30 agosto si svolgerà nella città lagunare una manifestazione contro il genocidio di Gaza mentre l' 11 settembre a Roma all' Auditorium della musica sarà ospitato il Summit Defence con i ministri del governo italiano, tutti i vertici militari del nostro paese e le industrie del settore degli armamenti.

E' previsto nello stesso giorno  un Contro Summit lanciato dalla rete Stop Rearm Europe di Roma,

Nel frattempo vedremo in queste due settimane cosa succederà a Gaza, una situazione tragica, in diretta su tutti  i media, con l' Europa a parole contraria alle azioni genocide di Israele ma nella sostanza primo partner commerciale di Israele.

In Italia poi il governo Meloni usa parole molto dure verso Macron e atteggiamenti giustificatori verso ogni azione di Trump, va tutto bene per Meloni,

però sarebbe opportuno per prudenza che non si parlasse troppo di dazi e del genocidio dei palestinesi, perchè l' atteggiamento di Meloni non è condiviso neanche da tutto il suo bacino elettorale.

Meglio polemizzare il più possibile sul Leoncavallo e sulla sicurezza, e cercare di impegnare l' area antagonista sulla questione Leoncavallo in maniera che distolga la sua attenzione e la sua militanza dal genocidio di Gaza.

E così lo sgombero del Leoncavallo mi ha ricordato la citazione del manifesto di Ventotene fatta dalla Meloni nelle aule parlamentari, cioè il tentativo riuscito di innescare una polemica politica che distolga il dibattito pubblico da temi scomodissimi per il governo.


Marco Palombo

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