Brics: India e Sudafrica, democrazie nate da lotte nonviolente contro il colonialismo armato delle democrazie occidentali


Prima della seconda presidenza Trump le relazioni internazionali si muovevano attorno ad una schema principale, 

la contrapposizione tra paesi occidentali e i paesi Brics,

Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica. Ai cinque ultimamente se ne sono aggiunti altri ma l' acronimo Brics al momento è sempre usato per indicare questa alleanza. 

Gli equilibri internazionali futuri sono ora, marzo 2025, un grande punto interrogativo, e ogni settimane avvengono importanti fatti nuovi.

Comunque lo schema Occidente contrapposto ai Brics rimane il preferito nei paesi capitalisti avanzati anche se Trump sembra ignorare l' esistenza dei due schieramenti. 

Anzi è proprio l' estraneità del presidente USA a questo schema la prima critica che viene fatta a Trump, vedi Marina Berlusconi: "Trump non distrugga l' Occidente!"

I commentatori occidentali definiscono lo schema che ho indicato anche come

contrapposizione tra democrazie e autocrazie,

più precisamente tra democrazie liberali, nella forma e nella sostanza, e regimi, dove, anche in presenza di una parvenza di democrazia rappresentativa, la sostanza è comunque autoritaria.

La semplificazione Democrazie contro Autocrazie distorce la realtà attuale ma può esistere, ed esiste, solo cancellando completamente la storia di India e Sudafrica.

Una storia poco presente sui libri di testo, ma comunque condivisa nelle sue linee essenziali in ogni angolo del mondo.

Mentre è molto nota la storia dell' India con la lotta nonviolenta contro la dominazione britannica, e Gandhi è sicuramente più conosciuto, anche se superficialmente, della presenza di New Delhi tra i paesi Brics,

la vicenda sudafricana è invece poco approfondita in tutti gli ambienti 

L' arrivo del colonialismo nella regione risale al 1652 , e 250 anni di presenza europea hanno prodotto a inizio '900 la convivenza, sempre con conflitti violenti, di una popolazione con origini molto diverse.

La maggioranza di indigeni africani, i dominatori bianchi di origine olandese o inglese, le due minoranze, l' asiatica-indiana e la meticcia, meno note ma sempre presenti, organizzate ed importanti nella lotta contro il razzismo e dal 1948 al 1994 nell' opposizione del regime dell' apartheid, iniziato dopo la vittoria elettorale del National Party.all' inizio del secondo dopoguerra

Nel 1994 finalmente si svolsero in Sudafrica le prime elezioni a suffragio universale, con l' elezione di Mandela a presidente. La nuova situazione non ha risolto molti problemi, ma c'era il rischio concreto di una sanguinosa guerra civile che avrebbe distrutto il paese.

Il temuto bagno di sangue non c' è stato per un insieme di fattori, tra questi

la complessa, radicata ed antica presenza della nonviolenza nella lotta al razzismo e all' apartheid.

E' incredibile quanto sia stata presente la nonviolenza nella lotta al razzismo in Sudafrica.

Gandhi iniziò le sue prime lotte nonviolente proprio in Sudafrica dove visse dal 1893 al 1913.

L' Indian Natal Congrees fondato dal Mahatma rimase attivo dopo la sua partenza  e dal 1950 ha sempre collaborato con l' African National Congrees, organizzando campagne comuni.

La nonviolenza in Sudafrica non era presente solo tra gli indiani. Luthuli, presidente Anc, premio Nobel per la pace nel 1960, era il capo, istituzione riconosciuta dal governo e retribuita, del popolo zulu. Fu esonerato dal governo quando divenne presidente dell' Anc, ma non esitò a scegliere tra le due cariche la presidenza, non retribuita, dell' Anc.

Un notevole contributo alla nonviolenza arrivò anche da tutte le chiese cristiane. Era anglicano Desmond Tutu, premio Nobel per la pace 1984, e presidente 10 anni dopo della Commissione per la verità e la riconciliazione, un' esperienza che andrebbe studiata nelle scuole e aiutò moltissimo a dare giustizia ed ascolto alle vittime di violenze scoraggiando vendette. Violenze che erano state feroci da entrambe le parti.

Molte furono le campagne nonviolente nei decenni di lotta all' apartheid, ne ricordo alcune:

Nel 1952 la Campagna di sfida che vide l' arresto di 8500 attivisti, rilasciati quasi subito perchè colpevoli solo di avere infranto delle leggi amministrative ma non avevano commesso alcuna violenza.

Nel 1983 ci fu il boicottaggio vittorioso delle elezioni che avrebbero dovuto istituire due parlamenti ghetto. uno per i meticci e l' altro per gli asiatici, escludendo i neri africani

L' opposizione all' apartheid non fu solo nonviolenta, lo stesso Mandela nel 1960 scelse la lotta armata e fu arrestato all' inizio di questo impegno.

La scelta di Mandela avvenne tra la rivoluzione cubana del 1959 e la vittoria dell' Algeria sulla Francia del 1962. Si può quindi comprendere la scelta anche non condividendola.

Andrebbe fatto uno studio serio sulla presenza della nonviolenza in Sudafrica, in questo scritto

vorrei solo ricordare

che l' Occidente ha ben poche lezioni di democrazia da dare a Sudafrica e India.

Con questi due popoli ha usato molta violenza armi, repressione, razzismo ,e poco diritto, anche se Gandhi e Mandela, uomini di legge, hanno studiato, capito ed usato bene il diritto elaborato in Occidente.

Marco Palombo

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